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«Non è certo facile per un poeta confrontarsi col tema dell'amore e non lo è sia perché sull'argomento si è scritto tanto e tanto si continuerà a scrivere, sia perché il sentimento più nobile reclama udienze nuove, continue e costanti che l'afflato dell'animo umano non può certo negargli. Ma quanto difficile è non cadere nel banale, non rimanere incastrati nel gioco della retorica. Quanto è difficile non (ri)pensare e non (ri)scrivere concetti già espressi in versi che magari tendono a ripetersi in quella grave presunzione che, dal momento che l'amore appartiene, o perlomeno dovrebbe appartenere a tutti noi, lo possiamo declamare con superficialità, attraverso versi che dalla bellezza sono lontani per stile e contenuto. Così, leggendo le poesie di Salvo Di Dio, fine poeta e attento osservatore della realtà, ci accorgiamo come la banalità e la retorica siano sconosciute al suo versificare. Con lui, ci sentiamo subito rapiti dall'espressione di quel sentimento, così avvolgente, così pacificante, così liberatorio». (Dalla Prefazione di Rita Caramma)